Il suono è la causa di tutte le manifestazioni. Chi conosce il segreto del suono conosce il mistero dell’intero universo.
Hazrat Inayat Khan

Il Gong genera un suono multidimensionale, composto da una frequenza  fondamentale (che ne determina l’intonazione), sulla quale si generano e sviluppano frequenze sempre più acute sia armoniche che disarmoniche, fino a creare un fittissimo reticolo sonoro dal volume imponente.

L’ intonazione può fare riferimento ad un sistema di temperamento e accordatura o meno, ma in ogni caso sarà in accordo con i codici naturali del “linguaggio vibratorio”, l’esperienza diretta del suono.

Difatti la caratteristica essenziale del gong ha più a che fare con il suo comportamento sonoro che non con l’intonazione.

Il suono del gong è tipicamente molto vasto, come un’enorme onda cristallina. Suggestivo e misterioso, è composto da un largo spettro di frequenze capaci di creare ampie dinamiche e ricchi scenari timbrici, può evocare l’avvolgente quiete delle profondità della terra, come il dirompente fragore di un universo in espansione.

Con specifici mallets a frizione è possibile creare bordoni continui e concentrare, come in un canto onirico, tutta la forza vibratoria dello strumento su singole frequenze.

Sul piano dell’esperienza di chi lo ascolta, questi suoni dal moto ampio e vigoroso  possono essere fortemente avvertiti nel corpo, fino a mutarne la percezione e favorire l’introspezione, infatti un gong che possiede sonorità equilibrate e potenti è in grado di far risuonare aspetti profondi dell’animo umano e di modificare le soglie di attenzione in chi lo ascolta

Quindi, in accordo con una visione che dalla notte dei tempi si estende circolarmente verso nuovi orizzonti, l’uso contemporaneo di questo strumento si trova, oltre che in vari contesti musicali, in ambiti contemplativi, di meditazione, pratica spirituale e terapia olistica, dove le caratteristiche essenziali di questo oggetto straordinario possono svolgere la loro funzione: il suono diviene uno specchio del proprio spazio interiore, del proprio universo, e si ha l’opportunità in quello specchio, di riconoscere un grado più profondo della nostra natura  intima che è essenzialmente vibratoria.